Cambiamento climatico | la Sardegna va a fuoco!

Il bilancio dell'incendio che il 23 luglio scorso ha devastato la Sardegna (località Montiferru, nei pressi di Oristano) è molto pesante. Si stima che siano oltre 1500 le persone evacuate e 20mila gli ettari di terreno andati a fuoco. 

A distanza di giorni, il fuoco non è ancora stato domato e continua a colpire boschi, campi coltivati, aree di pascolo, aziende agricole e molte abitazioni. Le alte temperature e le raffiche di vento hanno alimentato le fiamme, trasformando le zone circostanti in un vero e proprio inferno di fuoco. Il presidente della regione, Christian Solinas, ha dichiarato lo stato di emergenza, chiedendo al governo di stanziare delle risorse a sostegno delle comunità colpite, attingendo ai fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Solinas ha poi chiesto l’intervento dell’Unione Europea, che ha risposto inviando quattro velivoli antincendio, di cui due aerei Canadair, in grado di trasportare oltre 6000 litri di acqua. 

Secondo la Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, serviranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi e la macchia mediterranea distrutti dalle fiamme; da quanto emerge, si tratterebbe di un disastro sotto ogni punto di vista. Per ogni bosco andato in fiamme ci saranno innumerevoli danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

Agli enormi costi economici e sociali si somma infatti una catastrofe ambientale che ha azzerato la biodiversità, distrutto interi ecosistemi, carbonizzato boschi secolari e sterminato migliaia di animali. 

Disastri di questa portata potrebbero essere evitati tramite degli adeguati piani antincendio, che però necessitano di una coordinazione e di una corretta pianificazione territoriale; le infrastrutture antincendio si rivelano essenziali nella prevenzione degli incendi e contribuiscono al loro spegnimento.

La silhouette di un uomo che osserva un incendio

Dal report del WWF Mediterraneo in fiamme, emerge che l’Italia sia al terzo posto (dopo Portogallo e Spagna) per quanto riguarda gli ettari di terreno bruciati annualmente. Con una media della superficie bruciata annua pari a 72.945 ettari, si pone dunque ben al di sopra della media europea (pari a poco più di 62.000 ettari). Nonostante negli ultimi anni di sia verificata una diminuzione numerica degli incendi, si è invece estesa la superficie delle aree bruciate dal fuoco. Nel 2020, si sono verificati sette incendi in Italia, e hanno coinvolto aree con una superficie di oltre 500 ettari; l'incendio più esteso ha bruciato oltre 3.000 ettari nella provincia di Trapani alla fine di agosto 2021.

In media, il 96% degli incendi è di origine dolosa, mentre solo il 4% di essi è dovuto a cause naturali! 

L’incremento degli utilizzi non agricoli dello spazio rurale aumenta considerevolmente il pericolo di incendio. Inoltre, è particolarmente rilevante la presenza di una radicata cultura del fuoco, diffusa in tutta l'area del Mediterraneo: in questa zona, la popolazione è solita bruciare i campi per fertilizzarli (una pratica denominata debbio) o accendere fuochi per organizzare grigliate all'aperto.

Concentrandoci sul caso della Sardegna, si stima che il 60% degli incendi sul territorio sardo sia di origine dolosa. Un problema di non poco conto è l'evidente complessità nell'identificare i piromani, che spesso continuano ad agire indisturbati; inoltre, molti sostengono che le pene previste per questo genere di reato siano troppo leggere e non siano sufficienti a bilanciare i danni provocati all'ambiente.

La gravità della situazione dovrebbe spingerci a riflettere e a chiederci cosa fare per porre rimedio a queste situazioni drammatiche, per evitare che i danni ambientali siano ancora maggiori. Il nostro team vi ricorda che le seguenti accortezze, solo per citarne alcune, possono fare la differenza:
I) NON gettare i mozziconi di sigarette per terra: oltre a inquinare, la combustione del tabacco potrebbe generare degli incendi;
II) Se si vuole cucinare all’aperto, è necessario farlo solo in luoghi privi di vegetazione, lontani dalle proprietà altrui, e ci si deve accertare di spegnere i fuochi a fine giornata;
III) NON ricorrere alla pratica del debbio per fertilizzare i terreni;
IV) NON smaltire mai i rifiuti gettandoli nel fuoco, bensì praticare la raccolta differenziata.

Nella speranza che si riesca a spegnere al più presto l’incendio in Sardegna, ci auguriamo che saranno adottate tutte le misure previste dalla legge per il garantire la tutela dell’ambiente. Vi ringraziamo per la visita e speriamo di rivedervi presto!