Progetti di economia circolare contro gli sprechi

Verso nuovi modelli di produzione sostenibile

Ripensare i processi di produzione alimentare potrebbe contribuire a ridurre gli sprechi e a diminuire le emissioni nocive, ma in che modo? Di recente, la Ellen MacArthur Foundation ha proposto un nuovo modello di economia circolare, e sembra in grado di fornire una risposta tramite il modello discusso nel report The Big Food Redesign. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

I vantaggi dell'economia circolare

La crescente attenzione verso i cambiamenti climatici e le ripercussioni di tale fenomeno sull'ambiente hanno portato allo sviluppo di nuovi modelli di economia circolare, in grado di diminuire l’impatto nocivo della produzione alimentare sull’ecosistema. A differenza del modello economico lineare, basato sull’estrazione, lavorazione e smaltimento delle materie prime e sull'utilizzo di fonti di energia NON rinnovabili, i moderni modelli di economia circolare si basano sul riutilizzo di materiali e prodotti esistenti; il ciclo vitale di un prodotto viene esteso andando a sfruttare i materiali che lo compongono, e in questo modo è possibile diminuire la quantità di scarti e di materie prime utilizzate, riducendo al contempo i consumi energetici e quindi anche le emissioni nell’atmosfera. Il frutto di tale processo è un prodotto che può essere reinserito nel mercato sotto una nuova veste, e così facendo tale risorsa potrebbe generare nuovo valore.

Una donna acquista dei limoni freschi al supermercato

La proposta della Ellen MacArthur Foundation

Il modello economico ideato dalla Ellen MacArthur Foundation per l’industria alimentare, basato sul riutilizzo delle risorse naturali, sembra essere un valido esempio di economia circolare. Il report pubblicato dalla Fondazione mostra come i sistemi di produzione alimentare più diffusi siano responsabili di un terzo delle emissioni globali di gas serra e della conseguente perdita di biodiversità. Ad oggi il 60% della produzione alimentare mondiale è legato a tre colture in particolare (mais, riso e grano), mentre alternative dal minore impatto ambientale non vengono prese nella giusta considerazione. Il modello proposto dalla Fondazione evidenzia i vantaggi dell’economia circolare per le imprese del settore alimentare, tra i quali possiamo annoverare i tagli dei costi di produzione e la riduzione della quantità di prodotti scartati, nonché il ricorso a fonti di energia rinnovabili e un utilizzo più consapevole delle risorse primarie.

Ri-Pensare / Ri-produrre in maniera sostenibile

The Big Food Redesign è un progetto di rinnovamento dei sistemi di produzione alimentare presentato dalla Ellen MacArthur Foundation nel settembre del 2021; questa riprogettazione prende in esame il ruolo che le aziende produttrici e i rivenditori di cibo possono avere nella creazione di un sistema alimentare dal forte impatto per l’economia, per le persone e per l'ambiente. L’adozione di un tale modello economico potrebbe tradursi in una riduzione delle emissioni di gas serra pari al 70%, a cui si accompagnerebbe un aumento del 50% della resa e della produzione totale di cibo.

Questo nuovo paradigma di produzione alimentare, progettato in stretta collaborazione con gli agricoltori stessi, si basa su quattro elementi fondamentali:

  • diversità; una maggiore varietà nella scelta di colture e bestiame potrebbe garantire il rispetto della biodiversità e un’espansione del profilo nutrizionale di molti alimenti;
  • produzione rigenerativa; attenendosi ai principi della permacoltura, della silvopastorizia e dell’agroecologia si potrebbe ridurre l’impatto della coltivazione intensiva e dell’allevamento sull’ecosistema, favorendo la rigenerazione del verde a livello locale e globale;
  • minore impatto ambientale; la sostituzione di alcuni ingredienti nella preparazione degli alimenti potrebbe favorire il mantenimento del terreno: è il caso della pasta prodotta con piante leguminose come i piselli, che rilasciano nel suolo importanti nutrienti;
  • riutilizzo; i sottoprodotti non edibili possono essere lavorati e trasformati in altro. I dolcificanti ottenuti dalla polpa del succo di frutta, dai semi del cacao e dai gusci dei chicchi di caffè, sono un buon esempio di riciclo e riutilizzo degli scarti.

Frutta e verdura all'interno di sacchetti di carta

Un nuovo paradigma di produzione antispreco

Tra i moderni progetti di economia circolare sviluppati allo scopo di tutelare l’ambiente, un esempio particolarmente interessante è costituito dal progetto Flies4Value, che propone di impiegare alcuni insetti nella lotta contro lo spreco alimentare. Sviluppato dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo di Sviluppo e Coesione, tale progetto nasce allo scopo di combattere lo spreco alimentare offrendo “un sistema economico efficiente, competitivo e a basso impatto per valorizzare scarti di industrie agroalimentari regionali, sfruttando l’efficacia di insetti bio-convertitori”, come ha spiegato la coordinatrice del progetto, la Dott.ssa Lara Maistrello.

Gli insetti utilizzati nel corso del progetto sono le mosche soldato, arruolate per smaltire rifiuti organici e produrre mangimi per galline ovaiole e altri prodotti chiave del settore agro-alimentare. In che modo avviene tutto ciò? I ricercatori di Flies4Value hanno la risposta pronta: le larve delle mosche soldato si nutrono anche di materia organica in avanzato stato di decomposizione, e l’industria agricola abbonda di scarti potenzialmente ancora utili, come la crusca o le bucce della frutta. Dopo aver consumato il materiale organico disponibile, le larve vengono trasformate in mangime per galline dall'elevato contenuto proteico. Ciò fa sì che le galline, dopo aver consumato tale mangime, depongano delle uova dai tuorli intensamente colorati, una caratteristica particolarmente richiesta nel mercato; grazie a questo sistema viene drasticamente ridotto l’uso di pigmenti sintetici, costosi e nocivi per la salute delle galline (e non solo). Un altro vantaggio di questo processo è la possibilità di ottenere il frass, un residuo biologico della muta delle larve che si rivela molto utile se impiegato come fertilizzante naturale.

Due galline con i loro pulcini beccano mangime nel pollaio

Futuro circolare, ultima frontiera?

La Dott.ssa Maistrello, intervistata da Renewable Matter, chiarisce che “Si tratta comunque di un prodotto in via di definizione che però dimostra la completa circolarità del progetto, nell'ambito del quale nulla viene scartato e tutto viene riutilizzato.” Sebbene si tratti di progetti e iniziative ancora in fase di studio e sperimentazione, progetti come The Big Food Redesign e Flies4Value rappresentano opportunità a cui guardare con interesse per il futuro sia dell’economia che dell’ambiente, e ci auguriamo che progetti di questo tipo possano rivoluzionare le strategie di produzione e distribuzione alimentare, consentendo una drastica riduzione degli sprechi e un ripensamento dell’utilizzo delle risorse in chiave sostenibile.

Per oggi è tutto (qualcuno direbbe That's all folks)! Dopo avervi illustrato questi progetti di sviluppo dell'economia circolare, vi ricordiamo che potete consultare il nostro blog antispreco per restare aggiornati sulle ultime novità in materia di spreco alimentare; tanto per dire, vi siete mai chiesti come mangiano gli astronauti nello spazio? Se la risposta è affermativa, date un'occhiata al nostro articolo su come mangeremo su Marte! Vi ringraziamo della visita e ci auguriamo di rivedervi presto 🥑🍎🪰

Un sacchetto della spesa a rete con arance, albicocche e meloni su di un tavolo